Dato il veloce susseguirsi di eventi violenti ai danni della comunità gay romana, culminato con un assalto a suon di bombe carta contro un bar di via San Giovanni in Laterano a Roma - la Gay Street della Capitale - lo scorso 2 settembre si è tenuto un presidio cui hanno partecipato moltissime forze politiche e quasi tutte le associazioni gay.
I commercianti hanno paura. I baristi pure. I ragazzi e le ragazze che di notte passano qualche ora sorseggiando una birra in via San Giovanni in Laterano, di fronte al Colosseo, nella Gay Street romana, ormai vanno in giro soltanto in gruppo. «E chi si avventura più da solo?» dice Gino, 39 anni, sales director e frequentatore abituale del Coming Out, il primo locale gay friendly aperto nella via. «Abbiamo paura, sì. Ed è la cosa più terribile che ci potesse essere fatta. Perché con la paura cosa fai, come combatti? Speriamo solo di non finire paralizzati, di non tornare a chiuderci in casa, di non renderci nuovamente invisibili, come eravamo fino a pochi anni fa. Per questo siamo qui, stasera».
Scene dal presidio organizzato in via San Giovanni in Laterano all´angolo con via Ostilia, che ieri sera è stata invasa da centinaia di persone. C´è anche l´assessore alle politiche culturali del comune Umberto Croppi che dice: «Quello che sta accadendo è un attacco contro l´amministrazione comunale che ha condannato le aggressioni nei confronti dei gay, persone sensibili come Gino vanno tutelate».
Scene dal presidio organizzato in via San Giovanni in Laterano all´angolo con via Ostilia, che ieri sera è stata invasa da centinaia di persone. C´è anche l´assessore alle politiche culturali del comune Umberto Croppi che dice: «Quello che sta accadendo è un attacco contro l´amministrazione comunale che ha condannato le aggressioni nei confronti dei gay, persone sensibili come Gino vanno tutelate».
Nessun commento:
Posta un commento